In questo articolo #analizziamo i cinque #errori più frequenti commessi durante la fase di #progettazione e #installazione di un #moderno #impianto #solare #fotovoltaico, fornendo #consigli #pratici per riconoscerli e per evitare le aziende che li commettono (purtroppo estremamente frequente ormai). Conoscere ed evitare questi #problemi permette di #massimizzare l’#autoconsumo e di garantire una vita utile di almeno 30 anni al proprio impianto con grande #produzione di valore #economico e anche un aiuto concreto per l’#ambiente.

🔧 Errore 1 – Sottovalutare l’orientamento, l’inclinazione dei pannelli e le ombre
Un’errata valutazione dell’angolo di #inclinazione (spesso impostato a 10‑15° per comodità) può ridurre la produzione annua fino al 15 %. È fondamentale poi orientare i moduli verso sud (o sud‑ovest/nord‑ovest in zone con ombreggiature) e scegliere un’inclinazione che corrisponda alla latitudine locale (circa 35° per #Velletri). E poi valutare correttamente l’impatto sulla produzione delle ombre, soprattutto di alberi e comignoli che spesso molti fanno come se non esistessero, mentre invece semplici accorgimenti ridurrebbero enormemente l’impatto di questi ostacoli. Solo l’uso di software di simulazione solare serio e certificato permette di dimensionare e ottimizzare l’angolo in base al profilo di consumo, alle stagioni e alla presenza di ostacoli e ombre, non si può improvvisare ad occhio come fanno molti perché poi questo si ripercuoterà su tutta la vita utile dell’impianto che sarà di almeno 30 anni se non oltre.

🔋 Errore 2 – Ignorare il proprio profilo di consumo REALE
Molti clienti acquistano impianti dimensionati solo sulla base della potenza di picco di alcuni carichi di casa, o sulla base di quanto proposto dai volantini un tanto al kilo, senza considerare il proprio reale profilo di consumo TOTALE su base annuale, che si può e deve ricostruire con i consumi storici in bolletta e alcune misure puntuali. Un impianto sovradimensionato genera infatti energia in eccesso che, se non venduta al GSE, va persa, è un investimento errato; e comunque anche quando ceduta in regime di RID (Ritiro Dedicato), come si deve per legge con un allaccio in regola col gestore, viene acquistata ad un prezzo che in media è la metà di quello di acquisto, se non ancora meno. Analizzare quindi i dati di consumo (orari di picco, carichi critici) consente di dimensionare correttamente l’impianto e di scegliere e dimensionare sistemi di accumulo o di gestione intelligente per aumentare l’autoconsumo fino al 80‑90 %, massimizzando i ricavi e quindi un pareggio più rapido nel tempo (in media in soli 4-6 anni, ormai).

Esempio di Installazione pessima, con errori molto comuni: ombreggiamento quasi permanente del comignolo, supporti e cablaggi completamente inadeguati

🏗️ Errore 3 – Trascurare la qualità della struttura di montaggio e delle connessioni elettriche
Una struttura poco robusta o mal ancorata può causare vibrazioni, micro‑spostamenti e, a lungo termine, degrado e pericolosità dei pannelli per caduta o combustione. È essenziale utilizzare sistemi di fissaggio certificati, resistenti alla corrosione e adeguati al tipo di copertura (tetto piano, inclinato, con tegole). Inoltre, prevedere spazi di ventilazione tra i moduli riduce il surriscaldamento, migliorando l’efficienza del 5‑10 %. Questo è ancora più vero nel caso dell’installazione di moderni pannelli bifacciali, che godono di un rendimento ancora maggiore producendo con la luce che incide sul retro. Analogamente i cablaggi e le connessioni: si deve sempre cercare di tenerle coperte dal sole diretto, oppure in canalina o guaina protettiva adeguate, perché appunto sono connessioni elettriche che dovranno stare alle intemperie per diversi decenni. Usare sempre materiali di qualità e marchiati CE, con installazioni a regola d’arte da parte di elettricisti qualificati che sappiano come funziona un impianto fotovoltaico, che siano abilitati con le FER e non gente improvvisata che ha solo realizzato semplici impianti elettrici civili residenziali: perché un impianto fotovoltaico ha delle sue specificità e necessita di preparazione ad hoc.

Errore 4 – Non prevedere un inverter di qualità e usare quadri elettrici inadeguati
L’inverter è il cuore dell’impianto: un modello sottodimensionato o con una elettronica non di qualità, limita la potenza gestibile, mentre uno sovradimensionato aumenta i costi senza alcun beneficio. La scelta deve basarsi sulla potenza di picco dei pannelli, sulla curva di produzione e sulla possibilità di gestire più stringhe in parallelo, e alle sicurezze che offre in base alle normative di riferimento (CEI-021). Optare solo per inverter con funzioni di ottimizzazione (MPPT) e monitoraggio remoto garantisce il massimo rendimento e la diagnosi tempestiva di eventuali guasti. E’ poi fondamentale avere uno schema elettrico dell’impianto realizzato da un ingegnere, e soprattutto la dovuta quadristica a norma per poter operare e utilizzare in sicurezza sia con la corrente continua che quella alternata. In particolare (molto comune, purtroppo) se le linee che vanno dal contatore fino al quadro principale non sono idonee per un allaccio per la vendita dell’energia in eccesso, queste vanno sempre adeguate alla norma con le dovute sicurezze (magnetotermico entro 3 metri dal contatore, e cablaggio di adeguata sezione e qualità).

📊 Errore 5 – Dimenticare la documentazione per gli incentivi
Le detrazioni fiscali (Art. 16‑bis TUIR) e il meccanismo di vendita RID richiedono una serie di certificazioni, dichiarazioni di conformità, comunicazioni ENEA e schemi elettrici firmati da un tecnico abilitato e soprattutto installati da aziende con abilitazione #FER per le Rinnovabili. La mancanza di questi documenti può annullare l’agevolazione e comportare sanzioni molto salate, anche a distanza di anni. ECOMEIA gestisce l’intero iter burocratico, assicurandosi che tutti i moduli, le schede tecniche e le dichiarazioni siano pronti entro le scadenze (fino al 31/12/2025 per la detrazione).

🌱 Conclusioni
Evitare questi cinque errori è fondamentale per trasformare l’investimento in un vero motore di risparmio e sostenibilità. Un progetto ben studiato, con orientamento corretto, dimensionamento basato sul consumo reale, struttura robusta, inverter adeguato e documentazione completa, permette di ridurre le bollette fin dal primo giorno, di ottenere un payback in 4‑6 anni e di garantire un ROI annualizzato superiore al 12 %, cosa che quasi nessun tipo di investimento garantisce oggi. Con ECOMEIA e Velletri si può contare su un partner esperto che guida ogni fase, dalla consulenza iniziale alla messa in esercizio, assicurando che l’impianto solare sia una fonte di energia pulita e profittevole per decenni.

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